In questo blog troverete informazioni di vita, storie, aneddoti, considerazioni e idee di una Caramella

giovedì 8 settembre 2011

Cassandra

Questo sarebbe il nome giusto...
Anche se mia mamma persiste nel dire che si è sbagliata e che doveva chiamarmi Barbara o Selvaggia.

Con il primo settembre ho iniziato a tenere un diario peppisiano, così se non scrivo qui tutti giorni so risalire a che combinavo nei gg in cui non ho scritto qui!

lunedì 5 settembre 2011

Scommetto

che a forza di tagli qui e tagli là, alla manovra economica, quando andranno a votarla (con voto di fiducia) ci sarà un aumento dell'iva. Così per non scontentare un partito qui, un azienda là, le tasse ce le cucchiamo tutti quanti.
Aumenteranno solo dello scaglione alto... va bene. E' un iva che non tocca le fascie deboli... sarà.
Però io faccio la spesa all'Esselunga. Compro solo la merce in offerta per non spendere molto. Non mangio filetto e gamberi da non so quanto. Eppure il 70% della mia spesa è tassato al 20%.
Traetene voi le conseguenze...

martedì 30 agosto 2011

Una settimana

di vacanze impagabili!!!!!
Però non ho più scritto nulla.
King mi disprezzerebbe dal più profondo dell'anima... meno male che non mi conosce.
Vi aggiornerò presto

Cara

mercoledì 10 agosto 2011

Casa, vecchia casa

Questi due ultimi giorni sono mancata ancora alle mie consegne di scrittura "creativa" o "ricreativa".
Sono stata a zonzo tra uffici notarili, poiché mia madre ha deciso di vendere la casa del Trentino e trasferirsi qui in Veneto, vicino alla sua bimba alta (come dice lei), e rotondetta (aggiugo sempre io - vista la mia stazza abbondante e la sua minuta).

La casa che ha venduto è quella dove sono cresciuta. Una casa a schiera tipica degli anni Settanta, squadrata, tutta finestre e rifiniture in alluminio rosso. Poi mia mamma andava pazza per il rosso così anche gli arredi e le tappezzerie erano rossi.
Rosso dentro e rosso fuori, rossi i piatti e le lenzuola...
vi giuro che in casa mia di rosso c'è proprio poco per non dire nulla!

Vivevo lì dall'età di sei mesi, quindi praticamente da sempre. Era un luogo ideale per crescere: un quartiere nuovo, immerso nel verde, con tutti i must della vita periferica (supermercato, scuola, farmacia, dottore, piscina, parchi, biblioteca ecc.)
La strada dove vivevamo era privata e quindi si stava sempre fuori (bello o brutto tempo) con i bambini del vicinato. Mia madre ripete sempre che eravamo una ventina e ci spostavamo sempre in branco. E con la vita di branco sono cresciuta: una nerd praticamente.
Non so perché ma finchè non sono arrivata all'università sono sempre stata l'emarginata che cercava a tutti costi di omologarsi agli altri per essere accettata.
Certo non deponeva a mio favore l'amore sviscerato per i libri (che ho tutt'ora) e un linguaggio "forbito" che sfoggiavo come una corazza. Non aiutava nemmeno una certa rigidità morale e la fissa di essere ligia a tutte le regole impartite a casa, a scuola, al catechismo, agli scout ecc.
Ma per il resto ero normale, credo. Anche carina di aspetto.
Ma con i miei coetanei non ho mai ingranato, ancorché cercassi spasmodicamente di essere "uguale".
Quando me ne sono andata per fare l'università, sono proprio uscita. Salvo le due compagne di banco delle superiori e qualche amico qua e là, non ho più mantenuto rapporti con nessuno.
Dall'appartamento dell'università, a quello delle colleghe di lavoro, a quello del matrimonio, non sono più tornata a "casa" e quindi tutto sommato questa vendita non mi tocca più che tanto se non per questa idea romantica della casa "avita".

Ma poi, anche se per anni ho creduto di aver avuto un infanzia felice (perché tutti i bambini sono convinti che quello che hanno avuto è "normale"), con il senno di poi mi rendo conto che anche fra le mura domestiche non è che me la sia proprio spassata. Mia madre ha avuto spesso attacchi di depressione, in qualche occasione anche accompagnati da problemi di alcool, mio padre era un padre "padroncino", convinto che le donne siano a servizio degli uomini, che la loro istruzione sia più che altro un sovrappiù, totalmente autistico dal punto di vista sentimentale (ricordo solo due occasioni in cui mi abbia toccata e nessuna delle due è un ricordo piacevole). La nonna paterna mi lanciava delle monete perché non entrassi in casa sua e la nonna materna mi subbissava di richieste emotive per essere compensata dello scarso affetto mostratole dalla figlia. Di nonni maschi non ne ho avuti.
Mio fratello aveva 5 anni più di me, ha avuto i suoi problemi e la mia venerazione, perché sì lo veneravo proprio, la trovava fastidiosa.

Messa così mi rendo conto che sembra proprio uno schifo, ma io non l'ho mai vissuta così. Era normale, era la mia famiglia ed io voglio bene ad ognuno dei suoi componenti (vivi e morti che siano). C'erano naturalmente tante e tante cose belle!
Mio babbo mi ha avvicinato al mio scrittore preferito Tolkien, mia mamma si alzava tutte le mattine a farmi la colazione, anche quando era super depressa (e magari non preparava nessun altro pasto!), mia nonna materna mi ha sempre fatto un bel guardaroba e mi ha regalato le lezioni di musica che tanto desideravo, quando riusciuvo ad entrare in casa della nonna paterna, trovavo sempre un bicchiere pieno di nocciole pulite pronte da mangiare e quando mio fratello si degnava di portarmi con lui avrei potuto toccare il cielo con un dito.

Ma tutte queste cose sono passate, sono racchiuse nel mio cuore e non hanno certo bisogno di un memoriale fisico, come la casa dell'infanzia.
E quindi evviva! Mi arriverà la mia parte di eredità e potrò finalmente mettere l'ascensore in questa casa dove vivo felicissima con mio marito e il mio cagnolino (che anche ora dorme tra i miei piedi mentre scrivo queste righe).

Una porta si chiude, certe se ne aprirà un'altra!

domenica 7 agosto 2011

Archetipi e Lost

IL VIAGGIO

Cari amici perduti,

un commento sul tema del viaggio nel telefilm Lost mi pareva interessante.

Dal punto di vista della psicanalisi il viaggio non è mai considerato come il percorso dal punto A al punto C, cioè un segmento di linea retta, bensì come un percorso circolare, spesso addirittura a spirale.

Questa suggestione del tempo come non lineare, è intrigante se applicata a Lost, non trovate?

Certo non è una novità! Già in Quantum Leap ne abbiamo trovato una spiegazione esausti sulle pieghe spazio temporali. Per non parlare poi del mitico Star Trek.

Il viaggio interiore prevede che la persona che lo intraprenda passi attraverso vari stadi e porta alla crescita della persona stessa. Il senso del viaggio è quindi la possibilità di ridefinire il proprio modo di guardare la realtà. Ma se ho voluto tirare fuori la psicologia non è per fermarmi alla questione tempo/viaggio (che certo non può essere spiegata da questa disciplina) ma per fare uno studio sul carattere.

La psicologia, contrariamente a quanto si crede, non è affatto una disciplina moderna (lo è la psicoanalisi) ma è antichissima. Se ne interessavano già gli egizi e ne abbiamo tantissimi esempi nella cultura culla della nostra civiltà, quella greca. I greci, come pure poi i romani, utilizzavano per spiegare la vita della nostra psiche i miti. I personaggi, gli eroi, gli dei di questi miti non erano altro che il riflesso stigmatizzato di un aspetto della società.

Il termine contemporaneo che indica il mito è archetipo. Di origine greca (guarda un po’) col significato di «immagine[modello, marchio, esemplare]»(tipos) «originale»(arché) ed è utilizzata per la prima volta da Filone di Alessandria e, successivamente, da Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata.

Preso pari pari da wikipedia, abbiate pazienza, il termine significa:

“in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio l'idea platonica); in psicanalisi da Jung e altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano; per derivazione in mitologia, le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo e, in narratologia, i metaconcetti di un'opera letteraria espressi nei suoi personaggi e nella struttura della narrazione; in linguistica da Jacques Derrida per il concetto di «archiscrittura»: la forma ideale della scrittura preesistente nell'uomo prima della creazione del linguaggio e da cui si origina quest'ultimo. L'archetipo è inoltre utilizzato in filologia per indicare la redazione originale di un'opera ovvero il testo più antico e non derivato da altri.”

Già in qualche post passato vi avevo buttato lì la questione di Lost come specchio dei “tipi” della nostra società.

Ora che è abbastanza chiaro che è un archetipo vi vorrei fare una panoramica dei principali archetipi identificati proprio da Jung e soci, con le loro caratteristiche e poi vi vorrei invitare a fare un giochino! Il who’s who degli archetipi!!! Cioè indicare quale o quali personaggi della serie incarnano una di queste sfaccettature della nostra psiche.

sabato 6 agosto 2011

Liste

In mancanza d'altro King consiglia di scrivere liste, anche liste della spesa.
Io ho preparato questa lista di richieste :))))

  • Isaia (7,11) Chiedi un segno dal Signore
  • Ester (5,6) Ti sarà concesso tutto quello che chiedi
  • (9,12) Chiedi ancora, ti sarà dato
  • Matteo (18.19) Chiedere qualunque cosa, il padre mio che è nei cieli glielo concederà
  • Zaccaria (10,1) Chiedete al Signore la pioggia tardiva di primavera
  • Giacomo (4,3) Non avete perché non chiedete, chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare le vostre passioni
  • Giovanni (15,7) Se siete in me e in me c'è il Padre, rimango in voi, chiedete quello che vorrete e sarà fatto.
  • (16,24) Chiedete ed otterrete perché la vostra gioia sia piena
  • Luca (11,9) Chiedete e vi sarà dato
  • Matteo (7,7) Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
C'è qualcuno che vuole farmi scrivere qualcosa?
PER FAVORE!!!!!

venerdì 5 agosto 2011

Domandona

Ma secondo voi Stephen King scrive per 4 ore anche quando ha la febbre???

Io riesco a scrivere solo stringhe valide per Twitter (al massimo).

Cara