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mercoledì 27 luglio 2011

Achivistica

Per completare il mio astuto piano universitario che mi avrebbe aperto le porte a mille lavori (ma ne parleremo in maniera più approfondita in un altro post ho inserito l'esame opzionale di archivistica, in modo da tenermi aperte la possibilità di lavorare in biblioteca.
Il corso veniva tenuto dal professore di Storia Medievale, in qualità di supplente. Per sua stessa ammissione teneva il corso perché lo pagavano bene e poteva vendere un numero maggiore dei suoi libri.

Una digressione interessante concerne questo personaggio. Io non ho seguito il suo corso di SME perché preferisco la storia Moderna e Contemporanea. Chi lo seguiva assumeva però invariabilmente due posizioni: amore sfegatato o odio esacerbato. Il motivo è presto detto: come ogni persona che si crede dotata di carisma, altamente egocentrica e autoreferenziale catturava l'interesse dello studente "debole" e creava astio nelle altre categorie (interessati, studiosi, fancazzisti, politicizzati ecc.)
Era altresì odiato da tutto il corpo studentesco perché aveva l'abitudine di spigolare i messaggi di compravendita di libri usati per denunciare i malcapatitati; riusciva perfino ad intentare cause per coloro che rivendevano fotocopie. Non era nemmeno molto amato dai suoi stessi colleghi docenti perché girava di studio in studio imponendo regole più o meno lecite (per esempio il divieto di fumo, il parlare a voce troppo alta, avere troppi studenti fuori dalla porta nei giorni di ricevimento ecc.)

Date le premesse non ero propriamente allettata, ma il mio piano di studio veniva comunque prima e decisi di seguire il corso. Siccome l'eterno problema degli studenti (sgobboni) è quello di conciliare le varie sessioni di esame. Nel caso avessi frequentato le lezioni avrei avuto una finestra extra.
Decisi quindi di frequentare nonostante tutto.

Il corso in fondo non mi è spiaciuto. Da accanita lettrice è stato interessante capire come vengono catalogati i libri, dove vengono tenuti i libri, come vengono conservati ecc.
Vennero fatte anche due gite: all'Archivio di stato di Mantova e all'Archivio storico di Verona. In quest'ultimo scoprimmo anche un fatto interessante. L'archivio era in quegli anni in fase di risistemazione. Dai vecchi e polverosi scaffali negli scantinati (inadatti perché umidi) i documenti stavano per essere trasportati in moderni silos (con igrometri, stabilizzatori ecc.).
Il sistema scelto per questo trasbordo apocalittico è stato di assegnare ad ogni bibliotecario una parte di archivio. Ognuno era responsabile degli spostamenti solo del suo settore.
Peccato che in corso d'opera uno di loro è morto, senza lasciare traccia del sistema da lui scelto per spostare il materiale. Quindi dopo anni erano ancora alla ricerca di materiali e fondi dispersi durante questo trasloco.
I due fatti che però interessano davvero questa storia sono che:
- nonostante l'odio del docente per le fotocopie, aveva messo in bibliografia, tra i testi per l'esame a scelta, un libro fotocopiato (perché irreperibile) di una cinquantina di pagine;
- aveva raccolto le firme durante le lezioni onde limitare gli accessi alle sesssioni speciali ed aveva preannunciato che, per i frequentanti che avessero meritato il trenta e lode, avrebbe fatto una domanda su di una nota a piedipagina del libro di testo (archivi viatori).
Venne il giorno dell'esame. Non in conformità alla prassi universitaria l'ordine di esame era alfabetico. Il mio cognome comincia con P, quindi ero (ahimé) molto avanti nell'elenco.
Quando finalmente venne il mio turno mi accomodai davanti a questo professore, dispotico ed umorale. In particolare era arrabbiato perché tutti gli studenti che mi avevano preceduta avevano portato il libro fotocopiato. Io inveve avevo scelto un manuale di biblioteconomia (molto interessante).
Quando lo vide esclamo felice: "Bene, da ora in poi chi portarà questo testo avrà un punto in più sul voto finale". Ed io tutta gongolante dissi "Ottimo". Lui con un cambio repentino di umore disse: "Non sia troppo felice, parte da 19 invece che da 18". Ed io sfrontata: "Meglio parto promossa!". A quel punto calò un silenzio gelido. Tutti gli studenti in attesa del loro turno aspettavano una delle scenate classiche del docente. E invece... scoppiò a ridere. Mai ho fatto un eseme con pui serenità e tranquillità di quello. Verso la fine poi mi disse: "Ora le faccio una domanda difficile", ed io "Quella sugli archivi viatori?" e lui mi disse: "Diavolo di ragazza ma come fa a saperlo?" "Perché durante le lezioni aveva citato gli archivi viatori come domanda per il trenta e lode." E lui "Quindi pensa di meritarlo?" ed io spudorata più che mai risposi "Sì!"

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