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domenica 7 agosto 2011

Archetipi e Lost

IL VIAGGIO

Cari amici perduti,

un commento sul tema del viaggio nel telefilm Lost mi pareva interessante.

Dal punto di vista della psicanalisi il viaggio non è mai considerato come il percorso dal punto A al punto C, cioè un segmento di linea retta, bensì come un percorso circolare, spesso addirittura a spirale.

Questa suggestione del tempo come non lineare, è intrigante se applicata a Lost, non trovate?

Certo non è una novità! Già in Quantum Leap ne abbiamo trovato una spiegazione esausti sulle pieghe spazio temporali. Per non parlare poi del mitico Star Trek.

Il viaggio interiore prevede che la persona che lo intraprenda passi attraverso vari stadi e porta alla crescita della persona stessa. Il senso del viaggio è quindi la possibilità di ridefinire il proprio modo di guardare la realtà. Ma se ho voluto tirare fuori la psicologia non è per fermarmi alla questione tempo/viaggio (che certo non può essere spiegata da questa disciplina) ma per fare uno studio sul carattere.

La psicologia, contrariamente a quanto si crede, non è affatto una disciplina moderna (lo è la psicoanalisi) ma è antichissima. Se ne interessavano già gli egizi e ne abbiamo tantissimi esempi nella cultura culla della nostra civiltà, quella greca. I greci, come pure poi i romani, utilizzavano per spiegare la vita della nostra psiche i miti. I personaggi, gli eroi, gli dei di questi miti non erano altro che il riflesso stigmatizzato di un aspetto della società.

Il termine contemporaneo che indica il mito è archetipo. Di origine greca (guarda un po’) col significato di «immagine[modello, marchio, esemplare]»(tipos) «originale»(arché) ed è utilizzata per la prima volta da Filone di Alessandria e, successivamente, da Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata.

Preso pari pari da wikipedia, abbiate pazienza, il termine significa:

“in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio l'idea platonica); in psicanalisi da Jung e altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano; per derivazione in mitologia, le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo e, in narratologia, i metaconcetti di un'opera letteraria espressi nei suoi personaggi e nella struttura della narrazione; in linguistica da Jacques Derrida per il concetto di «archiscrittura»: la forma ideale della scrittura preesistente nell'uomo prima della creazione del linguaggio e da cui si origina quest'ultimo. L'archetipo è inoltre utilizzato in filologia per indicare la redazione originale di un'opera ovvero il testo più antico e non derivato da altri.”

Già in qualche post passato vi avevo buttato lì la questione di Lost come specchio dei “tipi” della nostra società.

Ora che è abbastanza chiaro che è un archetipo vi vorrei fare una panoramica dei principali archetipi identificati proprio da Jung e soci, con le loro caratteristiche e poi vi vorrei invitare a fare un giochino! Il who’s who degli archetipi!!! Cioè indicare quale o quali personaggi della serie incarnano una di queste sfaccettature della nostra psiche.

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